Pasquale Diodato |
Ci sono vari modi per scrivere e
descrivere un avvenimento. Potrei parlare della prima o della seconda
guerra mondiale citando i generali, i potenti capi di stato, le
grandi invasioni, le memorabili campagne militari, una visione ampia
troppo ampia, utile ai libri di storia ma ci sono altre verità altre
prospettive altre storie.
La visione della storia quella dalla S
maiuscola, non può sempre ricordare, le piccole grandi gesta dei
tanti ignoti, eroi senza fama,Storie.
Lo scenario di una guerra non può che
esibire distruzione, territori sconquassati e martoriati da violenza
Inumana, la guerra è guerra, è la tomba dei diritti umani, è un
offesa alla ragione umana, ed in mezzo a tutto ciò mossi da
motivazioni diverse, spesso incomprensibili ai più, vivono dei
“sognatori”, gli unici “vincenti” di un conflitto impari che
vede schierati uno stato,un esercito tra i più potenti al mondo,e
uno stato senza esercito, che cerca di organizzare una rudimentale
resistenza armata ed anche, soprattutto una resistenza non violenta.
Non esiste prospettiva migliore di
quella degli attivisti per i diritti umani, per raccontarvi il
conflitto
Israelo-palestinese, la Storia
raccontata tramite le diverse storie, le vite, talvolta le morti, di
uomini e donne con la vocazione dell’Utopia.
Capitano Utopia era uno dei soprannomi
con cui gli amici chiamavano Vittorio Arrigoni, attivista ed
internazionalista, nato a Besana in Brianza un piccolo centro in
provincia di Monza, dopo il diploma in ragioneria lavora nell’azienda
di famiglia, ma Vittorio era nato per far altro, il suo lavoro era
quello di costruire un mondo migliore, abbattere ogni barriera,
confine o bandiera che limiti la libertà e i diritti umani,
istituire la pace. Cosi gira il mondo Europa, America Latina, Africa
ed infine nell’Agosto del 2008 l’arrivo a Gaza nella giornata
storica che vide le navi del “The Free Gaza Movement” rompere
l’assedio israeliano che durava dal 1967.
“Non
è stata impresa facile: eravamo salpati da Cipro contro ogni avaria,
sabotaggio, minacce di morte e conseguenti defezioni dei capitani,
contro condizioni marittime avverse. Ora sembra proprio che ce
l'abbiamo fatta: abbiamo dimostrato che la storia viene fatta dalla
gente comune, e che la pace è possibile.”
In territorio palestinese insieme ad un
gruppo di giovani attivisti ricompose il presidio dell’International
solidarity movement Gaza, che nel 2003 aveva interrotto ogni attività
a Gaza in seguito all’uccisione di Tom Hurndall e Rachel Corrie .
Storie.
Tom un pacifista britannico, 21 anni ed
un idea fissa “Stop the War” , è già stato a Bagdad come “scudo
umano” ed in Giordania trasportando attrezzature mediche poi Gaza.
Nell’aprile 2003 si trova al campo profughi di Rafah,da un lato ci
sono bambini sulle macerie, ciò che rimane delle loro case demolite
, dall’altro i soldati Israeliani, in mezzo la giacca fosforescente
da attivista di Tom. Il 13 Gennaio dopo otto mesi di coma muore a
causa di una ferita da arma da fuoco in testa.
Queste alcune sue parole:
"Che
conseguenze avra' sulla mente di un bambino, crescere in queste
condizioni? Non posso immaginare le lacrime che hanno versato e cosa
hanno pensato di dover diventare anche solo per sopravvivere".
Rachel statunitense, 24 anni, amava
definirsi “Ossevatrice dei diritti umani” , anche lei a Rafah,
barbaramente uccisa .
Quel giorno due carri armati ed un
bulldozer israeliani, erano in procinto di demolire alcuni
edifici,con la solita scusa degli ordigni, dei terroristi e dei
tunnel dei contrabbandieri, in realtà solo case palestinesi con
civili indifesi e bambini. Un gruppo di attivisti dell’ISM con
Rachel “in prima linea” stava cercando di fermare
quell’ingiustizia, le loro armi: un megafono e l’immancabile
videocamera. Il 16 Marzo 2003 quell’escavatore pur avendo visto e
sentito gli internazionali dalla giacca fluorescente non si fermò,
Rachel morì sotto il peso delle macerie e del mezzo, proprio
davanti l’abitazione di un suo amico Samir
Masri medico
palestinese.
Le autorità israeliane archiviarono il
caso in breve tempo come incidente, “l’attivista cercò la morte”
scrissero.
Questo è il compito degli attivisti
per la pace “Esserci”difendere i civili innocenti, i bambini, il
compito dei soldati Israeliani invece è quello di uccidere in ogni
caso. Un massacro nel nome della lotta al terrorismo, diritti
calpestati quotidianamente , crimini atroci commessi tra
l’indifferenza della comunità internazionale ed informazione.
Storie sono anche quelle di Sahra
Wardi, Yuval Auron, Omar Golman, Mia Tamarin obiettori di coscienza
Ebrei che si rifiutano di servire l’esercito israeliano e che ne
condannano i crimini e le violenze!
Vik (altro soprannome di Vittorio
Arrigoni forse il più conoscuto) come altri giovani attivisti, in
Palestina, diviene Reporter e testimone, scrive per “il manifesto”
e sul suo popolarissimo Blog guerrillaradio.iobloggo.com
aggiornandolo con una rete internet di fortuna anche nei giorni più
critici, i suoi articoli, le sue storie vengono raccolte in un libro
“GAZA Restiamo Umani”, che è anche la citazione con la quale
terminava tutti i suoi reportage.
Nei giorni dell’inumana operazione
denominata “Piombo fuso” del 27 Dicembre 2008, gli attivisti
internazionali, decidono di seguire i paramedici durante le
operazioni di soccorso, per scoraggiare la vile azione degli
Israeliani che colpivano le ambulanze per impedire i soccorsi dei
feriti, mentre i media internazionali e le autorità di Israele
parlavano di obiettivi mirati, le bombe al fosforo (vietate dall’ONU
e dalla commissione di Ginevra) piombavano sugli ospedali.
Una delle sue testimonianze di “piombo
fuso”mi ha colpito particolarmente, un bambino trovato dai
paramedici della croce rossa internazionale, si prendeva cura del
corpo della madre in decomposizione da tre giorni, pensava stesse
dormendo. Accanto,dei pomodori,del pane e dell’acqua che si era
procurato tra le macerie per la madre. Storie.
Dopo l’offensiva Vittorio rimane in
Palestina, segue i contadini e i pescatori palestinesi anche loro
vittime del insensato sionismo Israeliano.
I contadini con coraggio vanno a
lavorare i campi mentre i cecchini si appostano al confine e sparano
sui contadini che in quelle terre depongono le ricchezze e le
speranze di un intera stagione. Obiettivi mirati? Terroristi? No
semplicemente Israele ha dichiarato zona militare inaccessibile,
tutti i terreni palestinesi entro un Kilometro dal confine.
Approssimativamente come se la Francia decidesse di sparare su
chiunque passi in Val Susa.
Stessa cosa succede ai pescatori che
vengono attaccati dalle navi della marina israeliana a 3 miglia dalla
costa ovvero in indiscusso territorio palestinese. Terrorismo?
Vittorio li segue, fa da scudo umano ed
inoltre documenta, filma …scrive.
“…semmai
voglio essere ricordato per i miei sogni, dovessi un giorno morire
vorrei che sulla mia lapide fosse scritto ciò che diceva Nelson
Mandela: un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di
sognare. Vittorio Arrigoni un vincitore.”
Il 15 Aprile 2011, viene rapito ed
ucciso da un gruppo terrorista Salafita, dopo aver ricevuto delle
minacce da parte di esponenti filoisraeliani.
La bara tra i cori ed i petali lanciati
da una folla di palestinesi; lascia Gaza city “da vincitore”
verso il valico di Rafah,poi l’Egitto e l’Italia, su richiesta
della madre Egidia Beretta, il corpo di Vik non passò da Israele,
dove il nostro Capitano Utopia non era ben visto.
Infine altra storia è proprio quella
della Signora Beretta, molto vicina “alle idee, obiettivi e ideali”
di Vittorio, donna di grande spessore culturale, alla quale ho voluto
personalmente mandare un saluto ed un ringraziamento.
Mi permetto di riportare la sua
risposta per il semplice fatto che le sue parole, esprimono meglio
delle mie, il suo valore:
“…io
non sono che il portatore d'acqua che alimenta la sorgente, e la
sorgente è Vittorio. E' lui il faro che può guidare le nostre vite
all'isola di Utopia.”
Concludo con
alcuni dati:
420 Bambini
uccisi
(“Piombo Fuso”)
1500 Bambini
feriti
(“Piombo Fuso”)
74 Risoluzioni
ONU violate da Israele
RESTIAMO
UMANI !
Pasquale
Diodato
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