martedì 6 marzo 2012

L’incredibile caso di Palermo…quando i cittadini sono colpevoli.



E’ possibile sperare?

Ad ore ormai dal verdetto delle primarie di Palermo, 4 Marzo 2012, questa domanda mi frulla per la testa vorticosamente. Ho cominciato quest’articolo svariate volte. La verità è che di preciso non sapevo cosa avrei voluto scrivere, fino a quando ho capito che io non volevo spiegare ne tanto meno illuminare le menti. La cosa che voglio fare è sfogarmi, mettere tutto insieme: quello che ho pensato in queste ultimissime ore, quello che ho sperato, quello di cui sono convinto. Cominciamo dal principio. Rita Borsellino, che non è solamente la sorella del Magistrato con la schiena dritta, non sarà la candidata del centro-sinistra per la carica di primo cittadino del capoluogo siciliano. A scalzarla è stato tale Ferrandelli. La notizia arrivata a notte fonda ormai ha destato sulla rete numerose polemiche, tanto da farmi realmente dubitare di quello che leggevo. Invece no, seppure con un vantaggio ridicolo Ferrandelli sarà il candidato unico, a meno di colpi di scena, rappresentante dell’Idv, partito da cui è stato messo fuori proprio per il suo forte temperamento, di Sel, che per il vero tenta di entrare nella vita politica siciliana, speriamo con esiti più felici rispetto a Campobello di Mazara, dove era nota la vicinanza con il sindaco Caravà, e del Partito Democratico, quel partito che fortemente aveva voluto Rita Borsellino, o per meglio dire quel partito che fortemente aveva litigato per arrivare alla candidatura di Rita Borsellino. La candidatura di Rita Borsellino non era una candidatura come le altre, non poteva esserlo in una città come Palermo, non poteva esserlo in un momento in cui i nomi di grossi latitanti sono diradati e che il nord si scopre affetta da un cancro che fino a meno di un decennio fa ignorava, la mafia. La candidatura di Rita Borsellino non era una candidatura manageriale ne tanto meno un moto d’impeto, no nulla di tutto questo, era l’istinto di dare ad una città devastata dalla non guida di Cammarata un assetto di normale convivenza civica. Chi dice che l’età della Borsellino era troppo elevata, 70 anni, mi troverebbe d’accordo sempre, perché la macchina amministrativa ha bisogno di progettualità, ha bisogno di ardore e lungimiranza, doti che è bello riscontrare in un giovane, ma non ora, non nel 2012 dopo quasi 10 anni di sfracello. Palermo è una città che bisogna amare, ma il primo atto d’amore è ammettere che ad oggi non è per nulla rilanciabile. Nel capoluogo siculo è tutto difficile, si arriva persino a discutere se le corsie per gli autobus nel budello di corso Tukory siano giuste o sbagliate, non ci sono sommosse per il ritardo degli autobus, che passano secondo il calendario lunare non secondo gli orologi; la Zisa, un gioiello europeo è contornato da un magnifico spazio verde, basta allontanarsi però 100 metri per trovarsi garage incendiati, gente che butta l’acqua sporca per la strada e zone in cui è normale passare sotto il giogo dell’infamia; la bellezza di Ballarò è in realtà ormai schiava del solo folklore, roba che neanche i mercati di Istambul; per non parlare del mercato della Vucciria, lasciato al degrado perché, e questo lo sanno tutti, i palazzinari aspettano di potere azzannare la preda rimediando spazi sulla centralissima via Roma a basso prezzo. Palermo è questo e molto altro, non si può pensare di partire da qua direttamente con lo sviluppo, chi volesse rilanciare Mondello, intendo gli imprenditori, chi troverebbe alla pro-loco, all’assessorato, chi? Sicuramente gli stessi che hanno abbandonato le strade di Mondello al proprio destino, che non hanno saputo gestire il centro storico e che hanno permesso che il Massimo, teatro mondiale, per una sera si trasformasse in una discoteca. Non voglio essere duro, solo che Palermo o si ama o si odia, ed io l’amo, come si ama un posto che ti sa di casa anche la notte, che ha come monumento un tribunale, perché sai la grandezza degli uomini che ne hanno delineato la maestosità oltre le pietre. A questo doveva servire la placida dolcezza di Rita Borsellino, la donna che ha sempre voluto il Pd degli onesti, il Pd dei buoni. Invece no. Ha perso, di poco, ma lo ha fatto. Il popolo ha scelto qualcun altro, che non giudico, sarà la storia a dirci chi sarà l’uomo Ferrandelli. Delle annotazioni però voglio farle. Rita Borsellino è risultata sconfitta, ma perché ha perso? Non ha perso in realtà contro Ferrandelli, lei ha perso contro altri attori più subdoli. Lei ha perso contro chi ha strumentalizzato Ferrandelli, quei Lumia e Cracolici, e chissà chi altro più in alto di loro, che avevano in mente di abbattere il segretario regionale Lupo e poi creare il dramma vicino a Bersani. Queste persone sono state sorrette da truppe di politicanti pronti a svendersi al miglior offerente, tutto sotto l’egida di Raffaele Lombardo, che non potendo avvicinarsi al Pdl, causa scarso amore con Miccichè fa il bello ed il cattivo tempo con il Pd. Rita ha perso contro il tafazzismo di coloro i quali sono sempre pronti ad affermarsi per un piatto di lenticchie, vedi l’episodio Faraone, l’unico con la tessera del Pd, candidato alle primarie, con il solo sponsor del Berlusconiano democratico Matteo Renzi e del compagno di Merende e reality show Giorgio Gori. Rita Borsellino ha perso però soprattutto con i siciliani. Si perché ipotizziamo che sia vero che le truppe dei Lombardini siano intervenute, come ne sono arciconvinto anche se non ne ho le prove, per votare Ferrandelli, il loro voto seppur determinante non potrebbe mai essere la somma totale di Ferrandelli. Quindi scientemente gente non ha votato, od ha votato contro la Borsellino. Innegabile quindi dire che c’è parte del popolo palermitano che non vuole la Borsellino sindaco, al contrario di tutto il centro-sinistra italiano, quello in buona fede s’intende. E queste sono le cose che ti scoraggiano pesantemente. Come trovare la forza per continuare a dire la propria se poi la gente si propone sempre di fare delle stupidaggini. So che il mio discorso non è obbiettivo, può darsi pure che Ferrandelli risulti il nostro Kennedy, anche se sono convinto perfettamente del contrario, ma nonostante tutto Kennedy, J.F., arrivò solo dopo il "new deal" di Roosevelt, non si sarebbe potuta lottare la guerra fredda o mandare l’uomo sulla Luna senza questa scelta, come Palermo non può essere capitale del mediterraneo senza gli autobus che funzionano, un recupero delle periferie, l’affluenza di capitali esteri, un migliore collegamento con l’aeroporto, la cucitura di un ruolo dei più degni laureati direttamente in seno all’amministrazione, un piano delle opere pubbliche, non solo di centri commerciali. La rabbia è tanta, perché si è persa un’occasione per cambiare, per seguire il treno su cui Napoli, Bari, Milano dettano legge, un treno che porta verso l’Europa. Certo poi ci sarebbero altre stupidaggini da commentare, come chi vorrebbe strappare la fantomatica foto di Vasto, tipo Enrico Letta, a cui chiedo: ma con le primarie di Palermo che c'entra la foto di Vasto?

Alla luce di questo è possibile sperare?

Ivano Asaro

3 commenti:

  1. Sono d'accordo con te il problema e' che il partito no si fa con il nome di una persona si fa con l agente ed il PD il contatto con la gente lo ha perduto da tempo....La Borsellino ha fatto due volte lo stesso errore ....pensare di poter andare avanti con l'appoggio dei partiti....del resto dopo il fallimento della Finocchiaro una dirigenza seria avrebbe dovuto far rivoltare il PD come un calzino..ma siccome nulla di tutto cio' avviene.....vedremo cosà farà questo giovane dall' orlandiano ciuffo....

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    1. Spettacolare intervento, caratterizzato da puntuali e precisi riferimenti frutto di una passione travolgente per la città di Palermo e segno di un'intelligenza cristallina. I miei più sinceri ed ammirati complimenti.

      Carlo Diana

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  2. Splendide parole le tue.Parole che descrivono perfettamente ciò che succede a Palermo(quella che potrebbe essere una delle città più imponenti a livello europeo). Purtroppo la verità è che i palermitani hanno dimostrato per l'ennesima volta che la loro volontà è quella di non cambiare registro. Solitamente si dice che toccato il fondo si tende a risalire, ma loro no, preferiscono scendere sempre più giù. L'unica cosa che spero per questa terra è che riescano a capire la differenza tra bene e male, e che preferiscano regalare un futuro migliore frutto della legalità ai propri figli con il grande buono augurio che gli si ripresenti un'altra medesima possibilità di miglioramento,anzi di CAMBIAMENTO.

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