mercoledì 30 novembre 2011

La casta perde il pelo ma non il “fisco”


Le linee guida del “neogoverno” sono ormai chiare e ben definite,condivise o meno, il tutto è riassumibile nei gettonatissimi vocaboli crescita, rigore ed equità sociale, parole del presidente del consiglio professor Mario Monti.

Dalle parole ai provvedimenti, ed ecco che ci presentano i sacrifici necessari per risanare l’economia in necrosi di un paese sull’orlo del fallimento, a dire il vero secondo qualcuno che di economia qualcosa ne sa,siamo già ben oltre il punto di non ritorno proprio per citarne qualcuno alcuni giorni fa, l’OCSE, organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico con sede a Parigi, afferma che l’Italia sarà in recessione già nel 2012, segnali negativi anche da tutte le agenzie di Rating internazionali, ma i tecnici sono preparati e allora ne viene fuori un programma che fa brillare gli occhi ai capoccioni d’Europa quelli della tripla A, ma che qualcosa da ridire lascia all’esame di quel ceto medio che si assottiglia sempre più per entrar a far parte delle famiglie povere, e mi riferisco all’operaio che non ha più un lavoro, al giovane ricercatore costretto ad emigrare con i pochi risparmi che si ritrova, alla maestra precaria da una vita.

Veniamo ai contenuti cardini di questa nuova era Monti: già dal prossimo anno sarà in vigore l’imposta municipale unica (Imu o Super-Imu) sulla casa,innalzamento degli anni di contribuzione da 40 a 41/43 sulle pensioni,aumento dell’imposta valore aggiunto (iva) ipotizzata al 23% ma con ulteriori aumenti anche delle imposte del 4% e 10%, per concludere con una patrimoniale versione soft per i redditi oltre 1.5 mln di euro, ricordo che la maggior parte delle famiglie ricche italiane non corrisponde alla fascia prevista e quindi non saranno interessate dall’imposta.

Cosi affronteremo la crisi con una pressione fiscale ancora più incisiva,a pagare saranno le tasche già vuote delle famiglie italiane, ma è opportuno sottolineare che il divario tra il popolo e la casta rimane importante, una missione fondamentale del professore era proprio quello di ridare credibilità alla classe politica annullando i privilegi, ma fin ora i risultati sono scarsi e impercettibili.

Alla faccia dell’equità sociale.

Di certo non sono esaustivi i primi provvedimenti presi a riguardo, anche perché non rispecchiano i sacrifici richiesti alla popolazione comune; le differenze sono evidenti, dalla prossima legislatura i parlamentari eletti non percepiranno il vitalizio,ma ciò non è applicabile appunto agli attuali parlamentari, il risparmio effettivo di questa modifica strutturale sarà strettamente associato al numero di parlamentari che saranno rieletti, il ritardo dell’efficacia rimane l’unica certezza, come una certezza è l’urgenza di riforme che taglino da subito e con effetto immediato, gli eccessivi costi della politica, la stessa che ci chiede sacrifici ma che ci costa, facendo qualche esempio: 25.600 euro al mese solo per il presidente della provincia di Bolzano,circa 5 volte in più del presidente russo Vladimir Putin e il triplo di Nicolas Sarkozy, o le spese del Quirinale che sono il triplo di quelle di Buckingham Palace,Casa Bianca e anche della casa imperiale di Tokyo.

Dove sono finiti i tanti buoni propositi espressi da tutti i leader di una destra inesistente, di un centro incerto e della solita sinistra, prima della fiducia a Monti? le tante idee e promesse che tanto sapevano di campagna elettorale, e che forse tali rimarranno; come sempre tante parole per riempire le pagine di qualche giornale ma pochi fatti concreti.

L’unico rammarico è quello di aver creduto troppe volte e in modo recidivo, a dichiarazioni ingannevoli, che non trovano in nessun caso riscontro alcuno, ma adesso non c’è più spazio per le parole,non c’è più tempo per le promesse, anche sorrisi sono un lusso da risparmiare per qualche ora di varietà.

Non mi rimane che congiungere la mia voce alle altre migliaia di voci incazzate,che stanno cercando di dare un senso a questa fase storica dominata da politiche scorrette opportunistiche e inconcludenti,con la convinzione di chi sa di dover lottare per guadagnarsi la speranza di un futuro migliore.

P. Diodato

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